Le deroghe previste a garanzia del diritto allo studio e al contrasto del disagio scolastico sviate per attivare le classi dei nuovi ordinamenti quadriennali del II ciclo
È stato pubblicato lunedì 6 maggio 2024 il Decreto Interministeriale 83 del 3 maggio 2024 che stabilisce il limite massimo di organico dei docenti da destinare alle classi in deroga istituibili, ai sensi della Legge 234/2021, articolo 1, comma 344 (legge di bilancio per il 2022) con parametri inferiori a quelli previsti dal DPR 20 marzo 2009, n. 81.
Si tratta di n. 6.727 posti rientranti nel contingente già autorizzato che consentono alle scuole caratterizzate da indici di criticità sociale, economica e culturale, di spopolamento o dispersione di formare delle classi con un numero minore di alunni, a salvaguardia di una più efficace fruizione del diritto all’istruzione.
La forzatura operata sul Decreto Interministeriale n. 83/2024 è all’art. 1 comma 2, dove si ribadisce che le predette deroghe possano essere autorizzate, nella scuola secondaria di secondo grado, anche per la costituzione delle classi prime dei nuovi percorsi liceali e delle sperimentazioni quadriennali tecnologico-professionali.
La FLC CGIL, nell’incontro del 26 marzo u.s. di informativa sul Decreto Interministeriale aveva già criticato questa proposta di estensione, strumentale solo a correggere il mancato consenso, perché si configura come una vera e propria distrazione di risorse non essendoci alcuna norma a supporto.
Non si comprende, infatti, come una misura volta a favorire il supporto a scuole individuate con alti valori di svantaggio e classi con numerosità prossima o superiore ai limiti previsti a normativa vigente (Legge 234/2021, articolo 1, comma 344) possa essere deviata da tale importante finalità ed essere utilizzata
- come giustificazione a copertura del palese fallimento delle iscrizioni dei nuovi percorsi liceali e delle sperimentazioni dell’offerta formativa tecnologico-professionale
- come giustificazione per l’autorizzazione di classi prime relative a questi percorsi con un numero di iscritti anche inferiore a 15 alunni.
Infatti, rispetto alle rilevazioni regionali effettuate, la media delle iscrizioni ai nuovi percorsi è stabilmente ben al di sotto delle 20 unità, a conferma che le dichiarazioni ministeriali roboanti spesso servono a nascondere il fallimento delle “magnifiche sorti e progressive” del liceo del made in Italy e della filiera tecnologica professionale. L’intero progetto manifesta, purtroppo, la volontà di avviare una pericolosa riforma dell’intero sistema del secondo ciclo finalizzata a favorire l’adeguamento dell’istruzione pubblica ai bisogni formativi immediati del sistema produttivo privato, la torsione in chiave regionalistica degli apprendimenti, la dismissione del carattere unitario del sistema educativo e lo smantellamento della scuola democratica della Costituzione.
Le nostre osservazioni, ampiamente condivise dalla maggioranza dei Collegi dei docenti, sono rimaste inascoltate in sede ministeriale, per cui la FLC CGIL valuterà ogni azione di contrasto al provvedimento, sia sul piano politico e amministrativo, che sindacale. Ma è chiaro sin d’ora che è necessaria una presa di coscienza e una mobilitazione ampia per frenare un disegno controriformatore che persegue quella malcelata visione ideologica di un “ritorno al buon tempo che fu” e ad un passato di scuola gentiliana e classista.