Il Ministro, irrispettoso delle regole, continua a voler normare per decreto ciò che la legge riserva al contratto. Le risorse per l’a.s. 2024/2025 scendono da 150 a 84 milioni. Difenderemo il personale e il CCNL in tutte le sedi
Abbiamo già espresso più volte la nostra contrarietà all’introduzione delle figure del tutor e orientatore dal punto di vista professionale e dell’unicità della figura docente e confermiamo il nostro giudizio anche sul versante contrattuale. Contraddicendo gli impegni, innumerevoli volte sentiti da noi e proclamati dal Ministro in ogni sede di confronto sindacale e politico, il 15 ottobre 2024, durante l’incontro di informativa con il MIM abbiamo appreso che l’Amministrazione si accinge a regolare per decreto una materia, gli aspetti retributivi legati alle due figure, che le norme basilari regolatrici del rapporto di lavoro del Pubblico impiego (DLgs 165/2001) riservano al contratto.
Ciò è avvenuto una prima volta, quando il Ministro ha stabilito il range retributivo e il numero dei tutor e ciò avverrà di nuovo anche con la beffa della locuzione che recita “in attesa di regolazione contrattuale”. Senonché la regolazione contrattuale medesima è già avvenuta.
Infatti, il CCNL 2019-2021 ha già stabilito che ogni emolumento che va a beneficio del personale non è soggetto a norma ma alla trattativa contrattuale, nel caso specifico alla contrattazione integrativa nazionale e di scuola.
Vi è peraltro da eccepire anche sul fatto che il Ministro con questo suo continuo intervento volto a dettare al collegio dei docenti come organizzare i gruppi classe da assegnare alle figure deborda dai suoi compiti e sottrae autonomia agli Organi collegiali didattici. Una prassi che si farebbe bene a mettere da parte una volta per tutte.
E per finire, la questione delle risorse: scendono da 150 a 84 milioni con un’improbabile integrazione tramite i fondi strutturali con quel che ne consegue sul piano gestionale. E ciò quando il medesimo titolare del dicastero si propone di estendere le figure di cui sopra anche alla scuola del primo ciclo. Della serie, per parafrasare un noto detto, l’innovazione coi fichi secchi.
Dunque, qual è la ratio di tale accanimento intrusivo e irrispettoso delle norme?
Evidentemente il Ministro vuole che a stabilirlo sia il giudice.
E la FLC CGIL, qualora il Ministro dovesse procedere, valuterà il ricorso al giudice a difesa del personale, della legge e delle prerogative del CCNL.
La riunione è stata aggiornata a giovedì prossimo.