Un decreto che fa strame delle regole fissate dal CCNL 2019-2021 e dell’autonomia del collegio docenti. Soldi dimezzati alle scuole che non attiveranno i progetti POC con i fondi europei.
Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato da poche ore il Decreto Ministeriale 231 del 15 novembre 2024 che definisce, per l’a.s. 2024/2025, i criteri di riparto e le modalità di utilizzo dei finanziamenti destinati alla retribuzione del docente tutor ed orientatore delle classi terze, quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado.
In base al DM le risorse per riconoscere la funzione di tutor ed orientatore sono solo 84 milioni di euro, ovvero circa la metà rispetto all’anno scorso. Alle scuole, per integrare le risorse mancanti, verrà assegnato un ulteriore finanziamento pari complessivamente a 183.090.000 di euro. Ciò a valere sulle risorse POC “Per la Scuola” 2014-2020 per l’attivazione di specifici percorsi e moduli formativi di orientamento nell’ambito dei quali possono essere retribuiti i docenti individuati con incarico di tutor in base alle ore e alle attività aggiuntive svolte sia come esperto sia come tutor d’aula. I compensi per il tutor quest’anno potranno oscillare tra un minimo di 1.598,68 euro lordo stato e un massimo di 2.725,16 euro stato.
L’incarico di tutor e di orientatore è assegnato sulla base dei criteri di precedenza fissati dal Collegio docenti tenendo conto dei requisiti previsti dall’art. 5 del DM, come ad esempio l’aver svolto l’attività di tutor l’anno precedente nella medesima istituzione scolastica o in subordine in altra istituzione, l’aver svolto compiti rientranti tra quelli attribuiti al tutor scolastico, l’anzianità di servizio, la disponibilità ad assumere la funzione di tutor per almeno un triennio scolastico. Alla contrattazione d’istituto spetta definire il compenso per il tutor tenendo conto delle misure minime e massime fissate rigidamente dal DM in questione; per l’orientatore è previsto un compenso fisso pari a 1.500 euro lordo stato.
In pratica sono previsti un compenso per la funzione e un compenso per le attività di orientamento effettivamente svolte dal tutor per le quali occorre attivare un apposito progetto finanziato con fondi europei e si scaricano sulla scuola tutti gli oneri derivanti dalla predisposizione e attuazione dei progetti POC. In mancanza di tali progetti le scuole riceveranno all’incirca la metà dei soldi ricevuti lo scorso anno.
Si tratta di un provvedimento invasivo delle prerogative collegiali e delle regole del CCNL 2019-2021. Ad esempio si impone al collegio l’individuazione di un numero massimo di tutor per scuola impedendo di fatto di poter assegnare questa funzione ad ogni singola classe.
Il CCNL per il Ministro diventa un optional; infatti, benché all’art. 46 si preveda che la materia sia soggetta ad un passaggio di contrattazione integrativa nazionale l’Amministrazione ha proceduto per Decreto, come se quella clausola non esistesse (anche se beffardamente viene richiamata dal DM medesimo). Inoltre si impongono rigidi vincoli a quella d’istituto sia per la misura del compenso destinato al tutor sia fissando una cifra fissa per l’orientatore.
La conseguenza è inevitabile: come già anticipato in occasione dell’informativa sindacale MIM/Sindacati svoltasi il 25 ottobre scorso, la FLC CGIL impugnerà il provvedimento chiamando il Ministro Valditara a rispondere del suo comportamento antisindacale.