Dopo il Patto sulla scuola, le sigle si sentono tradite dal Sostegni bis

Il piano precari va modificato in parlamento

ItaliaOggi

Carlo Forte

Giovedì scorso, il ministro dell'istruzione, Patrizio Bianchi, su delega del presidente del consiglio, Mario Draghi, ha sottoscritto un accordo in 21 punti con le confederazioni Cgil, Cisl, Uil, Confsal (confederazione di cui fa parte lo Snals) e Cisal (che comprende l'Anief). Accordo che, però, non è stato firmato dalla Cgs: la confederazione che comprende la Gilda-Unams. Il testo negoziale è una prima intesa sulle materie su cui il governo intende avviare una discussione con i sindacati: reclutamento, formazione, sicurezza, abbandono scolastico, continuità didattica, rinnovo del contratto di comparto. Positivi i primi commenti dei sindacati, che aprono a una stagione di confronto. Di tutt'altro tenore invece le dichiarazioni di molti degli stessi sindacati alla lettura della bozza del nuovo decreto Sostegni e delle norme che danno attuazione al piano per i precari, uno dei dossier più importanti proprio dell'intesa. Con la Cgil e la Uil che chiedono modifiche in parlamento.

«L'intesa è importante», ha commentato Maurizio Landini, leader della Cgil, «perché significa dare una risposta a migliaia di persone che in questi anni hanno lavorato nella scuola in forme precarie. Alcuni principi sono importanti: la riduzione del numero degli alunni, l'obiettivo di aumentare il tempo pieno, la messa in sicurezza degli edifici scolastici». Landini ha poi aggiunto: «Serve un investimento sul contratto per dare le giuste soluzioni salariali e fare un'operazione complessiva di riqualificazione». Positivo anche il commento del segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, secondo il quale «il patto per la scuola deve segnare l'avvio di un percorso concertato di riforme che veda nella scuola e nelle filiere della conoscenza dimensioni fondamentali per il futuro della comunità nazionale: forti investimenti, protagonismo del lavoro, valorizzazione del capitale umano, della formazione, delle competenze le coordinate essenziali cui fare riferimento per rendere costante e sistematico un dialogo responsabile e partecipativo, rafforzando le relazioni sindacali a tutti i livelli». «Con questo accordo» ha detto Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil «abbiamo messo la cornice a un sistema che deve essere ancora completato. Abbiamo ridato dignità e abbiamo detto grazie a tutto il personale della scuola che, soprattutto in questo ultimo anno, si è sacrificato a causa della pandemia. Restano alcuni nodi da sciogliere: innanzitutto, quello relativo ai precari della scuola». «Con la firma di oggi» ha detto Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale della Confsal, «tutte le confederazioni del pubblico impiego avranno un unico documento di riferimento, per dare avvio alla nuova stagione contrattuale, in modo che la riforma della pubblica amministrazione abbia opportuni riflessi e collegamenti con i nuovi contratti collettivi nazionali dei vari comparti del pubblico impiego (la scuola, la sanità, le funzioni centrali, le autonomie locali, il soccorso pubblico e la sicurezza)». Positivo anche il commento del segretario confederale della Cisal e presidente Anief, Marcello Pacifico, che ha espresso soddisfazione «per un patto che apre a una stagione di confronto aperto con i sindacati per un reclutamento più snello e funzionale, per poter ridiscutere le procedure di mobilità e assegnazione provvisoria riportando la questione al tavolo contrattuale».

Fin qui i commenti della prima ora. Ma dopo la lettura dell decreto-legge Sostegni-bis le sigle sindacali hanno espresso forti perplessità sul contenuto del dispositivo che avrebbe dovuto dare attuazione al patto. «Le soluzioni previste nel DL Sostegni bis» ha detto Francesco Sinopoli, segretario della Flc-Cgil «non sono sufficienti a coprire dal 1° settembre tutti i posti disponibili e a superare la grave emergenza del precariato». Ed aggiunge: «La pubblicazione della bozza del decreto contestualmente al Patto è stata un'operazione mediatica tesa a confondere i lavoratori. La norma che il governo sta per varare contiene diverse misure non condivisibili: le assunzioni sono riservate solo alla 1 fascia, mentre noi chiediamo di estendere alla seconda; sulla prima fascia il requisito dei tre anni va rimosso, perché serve solo a ridurre le assunzioni, le semplificazioni del concorso ordinario con i quiz accorciano i tempi ma non aiuta chi dovrà fare quel concorso e non dà garanzia di riconoscimento del merito». Critico anche Pino Turi, leader dalla Uil scuola: «Si interviene sulla mobilità dei docenti al fine, è scritto nel testo governativo, di tutelare l'interesse degli studenti alla continuità didattica, bloccando la domanda volontaria di mobilità per tre anni dal trasferimento o passaggio precedente, qualora in tale occasione abbiano ottenuto la titolarità in una qualunque sede della provincia chiesta. Una vera e propria ingerenza delle prerogative sindacali e della contrattazione integrativa sulla mobilità». «La Cgs, confederazione cui appartiene la Fgu-Gilda» spiega Rino Di Meglio, segretario generale «aveva chiesto che si chiarissero prima i contenuti nei tavoli tecnici e solo successivamente si sottoscrivesse un patto che non fosse meramente un elenco di buone intenzioni. L'approvazione del dl Sostegni bis, senza alcun confronto con i sindacati, ha clamorosamente dimostrato che la Gilda aveva visto giusto, e che era bene non firmare».

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