Nella newsletter Dietro la lavagna vi raccontiamo il piano della FLC CGIL per ottenere un recupero salariale record: 343 euro lordi con i prossimi due accordi (spalmando la cifra tra il 2022 e il 2024). Da cinque anni, racconta una ricerca Eurydice, il potere d'acquisto dei docenti italiani è fermo.
E il rinnovo del contratto per la scuola? Tutto ancora fermo. Le attese sono alte, le speranze di ottenere un riconoscimento economico degno di un Paese europeo no. Ci sono risorse stanziate per un rinnovo (2019-2021, quindi praticamente scaduto) pari a 87 euro lorde, i sindacati, però, chiedono di più. Alza il tiro il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, a partire da un dato: "I lavoratori ell’istruzione scolastica guadagnano 343 euro lordi in meno dei loro colleghi statali".
Vi riportiamo - affinché vi facciate un'idea - il confronto con gli stipendi europei. E per scoprire che il potere di acquisto degli insegnanti è rimasto più o meno lo stesso negli ultimi cinque anni.
Cgil: “Un aumento di 340 euro in quattro anni”
di Corrado Zunino
Francesco Sinopoli, è partita la stagione contrattuale per la scuola. Quando si chiuderà e come?
“Attendiamo l’atto di indirizzo del governo, ma sappiamo già adesso che questo è il momento, la stagione, per dare un segnale al Paese. Non c’è niente di più esplicito del rinnovo del contratto per dire ai cittadini dove il governo intende mettere la scuola, in quale posizione su una scala gerarchica di interessi. Il Governo Draghi dice che la scuola è al centro dell’Italia, è l’ora di dimostrarlo”.
Quale sarà la richiesta della Flc Cgil, che lei guida?
“Iniziamo a dire quello che oggi c’è in campo e che cosa andremo a trattare. Ci sono risorse stanziate per un rinnovo per i prossimi due anni pari a 87 euro lorde. Naturalmente non sono sufficienti e naturalmente lotteremo per portare quella cifra a tre cifre”.
La strada è agevolata dall’arrivo, lo scorso 20 maggio, del Patto per l’istruzione.
“Certo, ed è all’interno di questa cornice che faremo notare le tre distanze che dovranno essere colmate con i prossimi due contratti di lavoro”.
Diciamo la prima.
“Tra i lavoratori della scuola italiana, e quindi parliamo di docenti e di amministrativi, e quelli del mondo Ocse, i Paesi industrializzati, c’è una distanza retributiva media pari al 15 per cento”.
La seconda distanza?
“I lavoratori della nostra istruzione patiscono un ritardo rispetto ai colleghi della pubblica amministrazione italiana di oltre 6.000 euro l’anno”.
Il terzo gap, poi traiamo le conclusioni.
“Diciamo, intanto, che nel comparto istruzione oltre il 50 per cento dei dipendenti è laureato, percentuale che salirebbe e di molto se prendessimo in esame solo gli insegnanti. Bene, il comparto pubblico che per densità di lauree si può comparare è quello delle istituzioni centrali, gli statali. I lavoratori dell’istruzione scolastica, e questa è la terza e più significativa distanza, guadagnano 343 euro lordi in meno dei loro colleghi statali”.
E voi volete riempire questa distanza con la chiusura del contratto 2019-2021?
“Con i prossimi due contratti, quindi da oggi al 2024”.
Ci sono possibilità di riuscirci?
“Uno stipendio decoroso per gli insegnanti italiani, e oggi non è decoroso, è una questione che riguarda tutto il Paese. Lo si è capito, anche grazie e a causa della pandemia. Questo dibattito va aperto nel Paese, i tempi sono maturi”.
Le risorse del Piano nazionale di resilienza e di ripresa, che per l’istruzione scolastica ammontano a più di 17 miliardi, devono e