Legge di Bilancio: la scuola ancora una volta umiliata. Necessaria la mobilitazione della categoria

 

Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL

Roma, 15 novembre 2021 - Il testo della legge di Bilancio che inizia il suo percorso parlamentare dal Senato della Repubblica contiene un’inedita congerie di errori, omissioni e peregrine considerazioni a carico del personale che il Ministro e il Governo dovrebbero subito deprecare e cancellare.

Le risorse in Manovra per una vera valorizzazione del personale docente infatti, non solo sono insufficienti, ma addirittura gravate da ipoteche ideologiche e lesive della libera contrattazione fra le parti negoziali, dal momento che i quattro spicci che si “concedono” devono essere erogati esclusivamente a quel personale che mostra “dedizione” al lavoro. Dopo il metro e il chilo, ora abbiamo la dedizione. Una definizione patetica che richiama la fallimentare stagione renziana, un insulto a chi lavora ogni giorno e ha dimostrato nella pandemia quanto sia centrale il lavoro a scuola per il Paese. E una invasione di campo da parte del Governo che, se non lo sa, dovrebbe solo limitarsi a stanziare le risorse e poi tramite l’atto di indirizzo dare indicazioni all’ARAN (Agenzia negoziale governativa) per contrattarle con il sindacato, senza entrare pesantemente in campo addirittura per via legislativa.

Da tempo ormai abbiamo sollevato la questione dell’equiparazione degli stipendi dei docenti a quelli dei colleghi europei e a quelli dei pari grado degli altri settori pubblici: la risposta è la presa in giro degli “spiccioli a dedizione”. Non solo, si fa anche una operazione sbagliata e divisiva all’interno del mondo della scuola, dal momento che vengono spostate al personale dirigente della scuola risorse prima destinate ai docenti.

La dirigenza scolastica ne meriterebbe molte di più di risorse, soprattutto per farla finita con la la situazione di una retribuzione di posizione sperequata da regione e regione e che costringe ad una rincorsa salariale che si ripete, sempre insufficiente, di anno in anno. Ma ci vogliono risorse dedicate, sufficienti e soprattutto non a danno di altre professioni.

In aggiunta a tutto ciò il Governo non si risparmia un’ultima perla, quando nel motivare l’incremento dei fondi per la dirigenza definisce i dirigenti soli e senza supporti nella loro gestione delle scuole. Collaboratori del dirigente, DSGA, assistenti amministrativi e tecnici, collaboratori scolastici scompaiono così con un tratto di penna.

Ugualmente incredibile lo stanziamento di 300 milioni di euro per prorogare i contratti covid solo per il personale docente, come se non si sapesse che le risorse sono state utilizzate in gran parte per assumere collaboratori scolastici ossia il personale che non è destinatario delle proroghe previste. Una scelta miope e inaccettabile.

Ce n’è abbastanza per chiedere conto di queste scelte imbarazzanti, che si combinano con la singhiozzante gestione dell’emergenza pandemica corredata da indicazioni confuse e responsabilità scaricate sulle scuole.

Per quanto riguarda la FLC CCGIL ci sono tutte le condizioni per la mobilitazione generale delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola a partire dall’indizione dello stato di agitazione.

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