Uno dei pilastri della comunità educante viene talvolta trascurato, talvolta deriso: nella legge di Bilancio lo si ritiene responsabile delle disfunzionalità e il Ministero continua a scaricargli oneri impropri. Il lavoro ATA, in quanto lavoro di scuola, riveste pari dignità rispetto ad ogni altro lavoro scolastico
A proposito del personale ATA, in questi giorni si susseguono interventi davvero singolari. Indicativi, peraltro, della scarsa considerazione in cui esso viene tenuto in primo luogo proprio da chi dovrebbe invece farsi carico del suo benessere lavorativo e della cura della sua professionalità.
Ci riferiamo innanzitutto all’incredibile vicenda della relazione tecnica che accompagna la Legge di bilancio 2022: in quello scritto non si è trovato di meglio per motivare l’aumento del Fondo nazionale per i dirigenti scolastici (incremento del resto necessario per evitare tagli agli attuali stipendi) che individuarne la ragione nella scarsa preparazione professionale e nell’insufficienza di supporto alla dirigenza da parte del personale ata. Una falsità che rispediamo al mittente e che, fin dal primo momento in innumerevoli dichiarazioni del nostro Sindacato e del nostro Segretario generale, abbiamo respinto come insultante e irricevibile.
Il personale ATA, come il personale docente e dirigente, ha mostrato serietà, impegno, dedizione, attaccamento al lavoro e alla professione, in questi durissimi due anni di pandemia. E semmai esso ha coperto, in uno dei luoghi dove il virus può essere più aggressivo e devastante per l’alta densità di relazione umana che nelle scuole si concentra, le falle e i vuoti che le politiche passate e presenti hanno determinato nel sistema scolastico.
Insufficienze e disfunzioni hanno una ragione ben precisa e basta l’elenco delle nostre storiche rivendicazioni per individuarne le cause.
Eccole.
Occorre, come chiediamo da tempo:
- ripristinare gli organici degli amministrativi tecnici e ausiliari che furono tagliati in numero di 45.000 unità nel 2008-2011 e che hanno creato difficoltà perfino sulla sicurezza e sula sorveglianza
- eliminare totalmente il precariato: esistono ogni anno 10.000 circa posti in organico di fatto che non vengono resi stabili e, ogni anno, non si fa che coprire soltanto il turn over
- riportare le scuole al dimensionamento ottimale originario (500-900 alunni di media); esse sono dal 2011 sovradimensionate e per questo stesso motivo sono state rese pressoché ingestibili; non solo, ma le scuole cosiddette sottodimensionate sono prive di Dirigenti e Direttori titolari e molte normodimensionate lo sono perché non si fanno i concorsi con regolarità
- assumere per ogni scuola del primo ciclo un Assistente tecnico: è diventato ormai necessario dotarsi di un tecnico esclusivo per ogni scuola se si vuole far diventare davvero operativa la connettività che il Pnrr prevede nei suoi investimenti
- rendere funzionale l’applicativo SIDI: un investimento specifico su di esso eliminerebbe il mercato degli applicativi privati a cui le scuole sono costrette a ricorrere e supererebbe la duplicazione e l’interruzione del lavoro che gli istituti subiscono a causa della sua fragilità
- eliminare le molestie burocratiche dalle scuole. Un erroneo pensiero teorico ha concepito le autonomie scolastiche come luogo dove riversare tutte le inc