Valutazione comportamento studentesse e studenti: un provvedimento ancora indefinito per una scuola che sanziona senza educare

 

Annunciate modifiche dell’attuale normativa, dal voto in condotta ai lavori socialmente utili

A tale scopo, le organizzazioni sindacali sono state convocate dal Capo di Gabinetto del Ministro Valditara per l’incontro di informativa e la presentazione della bozza di Ddl.

Nonostante le nostre sollecitazioni, l’incontro si è tenuto il 5 settembre 2023 senza alcun testo scritto che avrebbe consentito un reale confronto su un tema che impatta fortemente sulla relazione educativa e sulla professionalità docente.

La delegazione della CGIL e della FLC ha stigmatizzato il comportamento dell’Amministrazione e, subito dopo l’illustrazione sommaria e solo verbale dei contenuti, ha quindi lasciato la riunione, chiedendo l’aggiornamento ad una data successiva, previo tempestivo invio della documentazione richiesta. Leggi il comunicato stampa.

Secondo quanto riferito dall’Amministrazione, pare che la valutazione del comportamento sarà espressa in decimi e farà media con la votazione delle singole discipline. Il voto inferiore a 6/10 determinerà la non ammissione alla classe successiva.

Nella scuola secondaria di secondo grado, il voto appena sufficiente (6/10) consentirà un “supplemento” di valutazione, tipo esame di riparazione, in cui le studentesse e gli studenti “rimandati” dovranno presentare un elaborato critico su materie inerenti alla cittadinanza attiva e solidale.

Per gli studenti dell’ultimo anno il comportamento inciderà sui crediti per l’ammissione all’esame di Stato conclusivo e solo ai candidati che raggiungono una votazione minima di 9/10 verrà attribuito il massimo del range.

Anche la sospensione dalle lezioni sarà sostituita da attività aggiuntive decise dal consiglio di classe o svolte presso strutture convenzionate, a seconda della gravità dei comportamenti che configurano mancanze disciplinari.

In pratica si assiste da un lato all’inasprimento degli effetti del voto di condotta sulla valutazione complessiva del processo di apprendimento, dall’altro all’introduzione di attività aggiuntive e di volontariato nel novero delle sanzioni disciplinari.

Senza negare la prerogativa delle scuole, nel rispetto della loro autonomia e delle proprie finalità educative, di utilizzare anche provvedimenti disciplinari tesi al rafforzamento del senso di responsabilità e al ripristino di rapporti corretti all’interno della comunità scolastica, in coerenza con lo Statuto delle studentesse e degli studenti, si rileva però nel provvedimento una logica esclusivamente punitiva e perciò estranea alla natura stessa dell’istituzione scolastica che, pertanto, come rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori del settore della conoscenza, non possiamo condividere.

Il Ministero sceglie di dare una risposta semplicistica e immediata, ma inefficace, a un problema complesso che richiede di essere affrontato nelle sue molteplici sfaccettature, mettendo la relazione educativa al centro dei rapporti con le studentesse e gli studenti, creando spazi di dialogo e di confronto con le famiglie e le comunità territoriali consapevoli che solo una ristrutturazione del sistema scolastico e dei suoi metodi, può restituire alla scuola la sua funzione costituzionale e l’opportunità di essere riconosciuta come luogo di promozione dell’emancipazione dei futuri cittadini attraverso l’istruzione.

Scuola: al MIM la CGIL abbandona il tavolo su filiera tecnico professionale e valutazione della condotta. Senza testi, nessun confronto

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