Mobilità: la FLC CGIL è, ed è sempre stata, contraria ai vincoli imposti dalla legge

 

È una norma punitiva alla quale il nostro sindacato si è opposto fin dall’inizio. Solo il contratto garantisce l’equilibrio tra diritto di partecipazione e continuità didattica e su questo piano va superata ogni rigidità

Nel periodo che precede le operazioni di mobilità del personale docente, educativo e ATA della scuola si moltiplicano gli appelli per la cancellazione dei vincoli di permanenza, inseriti dalla legge ai docenti neo-assunti o neo-trasferiti e ai DSGA neoassunti.

Alcune sollecitazioni pervenute hanno toni molto accesi, quasi ad addebitare al sindacato la responsabilità di una norma sbagliata e vissuta come inaccettabile.

Quindi partiamo da qui per fare un’operazione di chiarezza: la FLC CGIL è, adesso come da sempre, contraria al blocco triennale imposto per via legislativa perché è il contratto di mobilità lo strumento che deve regolare le operazioni, ed è la trattativa lo spazio in cui si discutono le posizioni tra amministrazione e sindacati nell’interesse di entrambe le parti.

Il nostro è quello di rappresentare i lavoratori e le loro esigenze: il vincolo, attuato in modo così burocratico, nonché astruso da una reale garanzia di continuità didattica, è una invasione sul piano negoziale che fatica a lasciare aperte discussioni di senso diverso.

Il vincolo di permanenza per i docenti è legge, in quanto disposto con il DL 44/2023 convertito in Legge 74/2023 che ha modificato il DLgs 297/1994 art.399 c.3. Si applica ai neo-assunti destinatari a qualunque titolo di nomina in ruolo dall’a.s. 2023/24 dopo che il vuoto normativo dello scorso anno aveva consentito di rivendicare ed ottenere l’accesso generalizzato alla mobilità.

Ma le norme tese a limitare i trasferimenti sono precedenti e si sono consolidate da tempo nelle varie e successive maggioranze di governo. Su questo fronte la nostra opposizione è sempre stata netta e trasversale, condotta sul piano contrattuale, sul piano politico con gli emendamenti abrogativi e sul piano vertenziale.

Le prossime operazioni relative all’a.s.2024/25 saranno effettuate ai sensi del CCNI 2022/25 non firmato dalla FLC CGIL, contratto vigente che però necessita di un aggiornamento per le novità intervenute. Non si tratta di rinnovare il testo, bensì di regolare le parti disattese con un sintetico accordo al tavolo negoziale, nel quale come FLC CGIL ripresenteremo la nostra posizione di ferma contrarietà, auspicando non si chiuda con la scelta dell’atto unilaterale da parte del ministero, giustificato nel rispetto delle norme imperative. Un film già visto lo scorso anno.

L’ipotesi di CCNL sottoscritta il 14 luglio 2023 e ancora al vaglio degli organismi di controllo, riporta “le procedure e i criteri generali per la mobilità” nell’alveo delle relazioni sindacali “fatte salve le disposizioni di legge”, dicitura la cui richiesta di soppressione ha visto il diniego dell’ARAN.

Spazi di apertura, però, il CCNL li ha forniti comunque in forma di deroga al blocco della mobilità per i lavoratori, docenti e DSGA, che si ricongiungono con un figlio di età inferiore a 12 anni o con la persona disabile da assistere o per i beneficiari di Legge 104/92 art.21.

Come FLC CGIL ci batteremo, in primis, per vedere applicate queste garanzie e la loro estensione ad altre categorie, quindi avanzeremo le proposte di superamento del vincolo (l’abrogazione è di competenza parlamentare), nell’equilibrio di tutelare sia l’aspetto della continuità didattica che quello del diritto alla mobilità.

Non è all’esterno che vanno delegate decisioni su temi specifici e di impatto sulla vita delle persone: serve l’analisi larga e competente di chi conosce il mondo della scuola per arrivare a soluzioni condivise, funzionali e non così incomprensibilmente ammantate di logica punitiva.

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