La FLC CGIL ha chiesto conto sui posti a bando e sulla preferenza sul genere minoritario, applicata direttamente ad un concorso di secondo livello. Insoddisfacenti le risposte dell’amministrazione.
Si è svolto il 23 ottobre, presso il ministero dell’Istruzione, l’incontro richiesto dalla FLC CGIL sul concorso ordinario e sulla procedura riservata per il reclutamento dei dirigenti scolastici, a seguito della trasmissione alle Organizzazioni Sindacali dei testi del bando e dell’avviso relativi alle due procedure, ancora al vaglio degli organi di controllo.
In particolare, abbiamo sollecitato dall’amministrazione, rappresentata dal capo Dipartimento Istruzione dott.ssa Carmela Palumbo e dal direttore generale dott. Filippo Serra, un chiarimento rispetto alla tabella di assegnazione alle regioni dei posti disponibili per il concorso ordinario regionale (587 posti, il 60% delle 979 disponibilità complessive, il restante 40% va alla procedura riservata nazionale).
Abbiamo infatti sottolineato che le due procedure concorsuali impattano fortemente sulla situazione dei dirigenti scolastici in servizio in regioni diverse da quelle di residenza, di cui evidentemente l’amministrazione non ha tenuto conto nel definire il contingente riservato alle regioni del centro sud, in cui aspirano a rientrare più di mille dirigenti scolastici, e quello delle regioni del nord che riteniamo sottostimato.
Abbiamo a tale proposito segnalato che i dati non risultano coerenti con gli esiti delle operazioni di mobilità interregionale per l’a.s. 2023/24 alle quali la legge 74/2023, di conversione del dl 44/2023 aveva riservato la totalità dei posti disponibili, senza alcuna discrezionalità da parte dei Dirigenti Scolastici degli USR, purché dalle operazioni non derivassero situazioni di esubero di personale per il triennio relativo agli anni scolastici 2023/2024, 2024/2025 e 2025/2026.
In forza di questa clausola, in alcune regioni del centro sud i Dirigenti Scolastici degli USR hanno limitato il numero delle mobilità accolte o addirittura hanno dichiarato l’assenza di posti per la mobilità interregionale, nonostante la presenza di sedi temporaneamente dimensionate fino al 2023/24.
Oggi invece a quelle stesse regioni sono stati assegnati posti a concorso, calcolati sul 60% delle disponibilità effettive nel triennio 2024/2025, 2025/2026 e 2026/2027.
Delle due l’una: o erano sbagliati i calcoli delle disponibilità per la mobilità interregionale al 100%, o non sono precisi i dati presenti nella tabella del bando. Con pesanti ripercussioni, in entrambi i casi, sulla condizione dei dirigenti scolastici fuori regione.
Se a questo aggiungiamo che, dopo le deroghe previste per legge che hanno innalzato prima al 60% e in ultimo al 100% dei posti vacanti e disponibili il contingente per la mobilità interregionale, dal prossimo anno scolastico si torna al CCNL Area V 2010 ancora vigente, con assenso dei DG degli USR della regione di servizio e possibilità da parte del DG della regione richiesta di accogliere “fino al 30%” delle richieste ricevute, la situazione dei fuori sede appare ancora più complicata.
Il mancato avvio della trattativa per il rinnovo del CCNL Area Istruzione e Ricerca (siamo ancora inspiegabilmente senza l’Atto di Indirizzo) sta purtroppo ritardando la possibilità di ridiscutere questi vincoli e ottenere la mobilità sulla totalità dei posti disponibili, che noi chiederemo fin dalle prossime operazioni per l’a.s. 2024/2025, nella convinzione che sul diritto dei dirigenti scolastici a ricongiungersi con le famiglie non possano esserci veti o condizioni.
Un altro tema di cui abbiamo chiesto conto all’amministrazione è quello relativo all’applicazione al concorso ordinario regionale per dirigente scolastico delle nuove preferenze in caso di parità, introdotte dal DPR 82/2023, tra le quali la tutela del genere meno rappresentato nella qualifica per la quale è bandito il concorso, se la differenza della percentuale di rappresentanza tra i due generi supera il 30%.
Dai dati presenti nel bando, risulta che la preferenza scatterà in tutte le regioni a favore del genere maschile, tranne che in Sardegna, dove non sarà applicata perché la differenza tra i due generi è inferiore al 30%.
Abbiamo fatto presente come l’applicazione della norma abbia riflessi alquanto problematici sulla rappresentanza di genere, dal momento che quello per dirigenti scolastici è un concorso di secondo livello rivolto ai soli docenti già di ruolo da almeno 5 anni, una platea che per l’83% è composta donne, mentre la percentuale nazionale del genere femminile nella dirigenza scolastica rilevata al 31 dicembre 2022 è del 76%.
Riteniamo infatti che per l’accesso ad una posizione apicale in cui la presenza femminile è meno rappresentata rispetto alla platea dei candidati, la norma dovrebbe favorire un aumento della percentuale femminile nella dirigenza scolastica, per riportarla a quella della docenza ed evitare che il genere maschile, che rappresenta il 17% della platea ed è già rappresentato nella dirigenza scolastica dal 24% , venga ulteriormente favorito in caso di parità.
Sarebbe paradossale che il principio della parità di genere, nato per incrementare la presenza del genere femminile in tutti i settori lavorativi e per abbattere quel “soffitto di cristallo” che ancora ostacola l’accesso delle donne alle posizioni apicali, proprio nel caso dell’accesso alla dirigenza scolastica finisca per tutelare quello maschile.
Nella sua replica l’amministrazione ha sostenuto la correttezza dei dati presenti nel bando, informando i presenti che la determinazione dei posti è stata effettuata tenendo conto del personale obbligato al pensionamento, delle variazioni di organico in entrata e in uscita per mobilità interregionale e delle proiezioni sui prossimi piani di dimensionamento regionale.
Sulle tempistiche delle due procedure, mentre l’avvio di quella riservata è dato per imminente, sul concorso ordinario i tempi sono più lunghi e si dovrà aspettare la fine dell’anno.
Quanto alla norma sulla tutela del genere minoritario in caso di parità di punteggio, ha sostenuto la necessità della sua integrale applicazione anche al bando per la dirigenza scolastica.
Ha infine comunicato l’imminente definizione dell’Atto di Indirizzo, già firmato dal Ministro.
Le risposte dell’amministrazione non hanno sciolto le perplessità e i dubbi da noi espressi durante l’incontro. Ci riserviamo farne oggetto di più approfondite osservazioni sul bando che, come ci è stato richiesto, invieremo al ministero, continuando a fornire il nostro supporto a tutti i dirigenti scolastici.